Secif automazione industrale e robotica offre una vasta gamma di prodotti, adatti per ogni settore industriale, dal tessile al ceramico, dal farmaceutico all'alimentare, da quello del legno a quello della carta, nel meccanico, ecc. Per agevolare la scelta del dispositivo che meglio rappresenta le vostre esigenze, di seguito viene fornito il collegamento ai modelli disponibili, con relative specifiche tecniche, manuali di istruzione e applicazioni.
Ci occupiamo di automazione industriale da oltre 30 anni...Nel tempo le tecnologie si sono evolute per soddisfare l'esigenza del mercato che oggi più che mai chiede di aumentare la produttività, garantendo la qualità ed il rispetto delle direttive eropee ed internazionali, del sistema produttivo e della sicurezza del personale operatore e manutentore.
La sicurezza delle macchine e degli impianti è diventata sempre più importante ed è parte integrale della proggettazione di tutto il sistema produttivo.
Questa esigenza ci ha portato a stingere rapporti di partnership con fornitoriprofessionali quali: Azbill, Lg, Contrinex, Siemens...solo per citarne alcuni, che investono tanto in innovazione quanto in formazione.
Concetti base e mercato
La struttura base di un sensore fotoelettrico prevede un “emitter” che genera un raggio di luce visibile o agli infrarossi, sia esso un Light Emitting Diode o un diodo laser, un “receiver” che rileva il raggio luminoso, per esempio un fotodiodo o un fototransistor, e un’elettronica di conversione del segnale da luminoso in elettrico, con amplificazione ed elaborazione per pilotare lo stadio di uscita. Per il mercato dei sensori fotoelettrici, per le sole applicazioni industriali, si prevede, stando a recenti analisi, un tasso di crescita annuale composto (CAGR) superiore all’8% da qui al 2021. Uno dei principali driver è il trend di integrazione di MEMS (micro electromechanical systems) e NEMS (nanoelectromechanical systems) proprio con sensori fotoelttrici per ottenere dispositivi a più elevata sensibilità relativamente a stimoli del mondo fisico quali temperatura, pressione, presenza/assenza, in una logica smart dove il sensore raccoglie input ambientali, li confronta con dati di riferimento “built-in” e realizza di conseguenza funzioni predefinite.
Sensori a diffusione diretta
Tra le diverse modalità operative dei sensori fotoelettrici, la diffusione diretta, in cui emettitore e ricevitore sono integrati nella stessa unità, con il target che opera da elemento riflettente: l’emettitore invia un raggio luminoso che si diffonde coprendo l’area di rilevazione, e quando il target entra nell’area riflette parte del raggio verso il ricevitore. Le proprietà riflettenti del target sono determinanti, ed è possibile rilevarne la presenza con affidabilità posto non sia perfettamente riflettente o idealmente nero; inoltre, dato che i sensori a diffusione sono piuttosto “color dependent”, alcune versioni sono utilizzabili per distinguere tra target scuri e chiari. False rilevazioni possono nascere dalla riflessione dello sfondo (background), eliminabile usando per esempio due ricevitori, uno focalizzato sullo spot desiderato e l’altro sul background long range, con output positivo dal sensore solo quando l’intensità della luce al primo ricevitore è più alta di quella al secondo. Nei sensori con soppressione dello sfondo al posto di rilevare l’intensità della luce si può valutare l’angolo di ritorno del raggio. Il sistema è basato su un principio di triangolarizzazione ed è sensibile all’angolo di riflessione, che diminuisce in proporzione alla distanza dell’oggetto: l’emettitore ha un piccolo angolo di emissione, quindi l’angolo che colpisce l’oggetto è piccolo; l’ottica del ricevitore riceve la luce riflessa, sia quella dei target vicini che quella da oggetti lontani sullo sfondo; una logica elettronica dedicata elabora i due segnali, in modo da rilevare la presenza sia del target che dello sfondo. La soppressione di sfondo permette al sensore di ignorare la presenza di uno sfondo molto riflettente anche se si trova dietro a un target più scuro.
Sensori con catarifrangente
Nella modalità “retro-reflective”, basata su catarifrangente, elemento che prevede come caratteristica quella di riflettere la luce nella stessa direzione da cui questa proviene, l’emettitore e il ricevitore sono integrati nella stessa unità, i fasci ottici sono paralleli, il segnale luminoso emesso, riflesso da un catarifrangente, torna verso il sensore, e la rivelazione avviene con l’interruzione del percorso del fascio conseguente la presenza di un target opaco, ma problemi nascono con oggetti riflettenti che possono trarre in inganno il ricevitore.. In questo caso una soluzione consiste nell’inserire nel sistema ottico dell’emettitore un filtro polarizzatore lungo un’asse orizzontale, mentre nel ricevitore viene inserito un filtro polarizzatore verticale, e in questo modo sono cancellatele le riflessioni delle superfici non otticamente attive. Un filtro polarizzatore consente infatti solo a luce con una certa fase di ritornare al ricevitore, il che permette al sensore di valutare un oggetto brillante come target e non come catarifrangente, dato che la luce riflessa da quest’ultimo subisce uno shift di fase, assente nella luce riflessa dal target.
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