Compito del nuovo hub sarà condurre ricerche e sviluppare tecnologie innovative per superare alcune grandi sfide dell’industria nucleare, quali la disattivazione degli impianti, la gestione dei pericolosi rifiuti, la fusione, l’estensione della vita vegetale e la costruzione di nuovi siti. Per portare avanti questo impervio lavoro, in Rain sono state riunite le competenze di ricercatori ed esperti non solo britannici. Fanno parte del progetto, infatti, insieme alle università di Oxford, Liverpool, Sheffield, Nottingham, Lancaster, Bristol e la Uk Atomic energy authority (Ukaea, L’autorità del Regno unito per l’energia atomica), anche alcuni partner internazionali di Stati Uniti, Giappone e del nostro paese. A sostenere i loro sforzi un finanziamento di 12 milioni di sterline, corrispondente a oltre 13,5 milioni di euro.
E le attese sono davvero molte. Grazie alla costituzione di questo hub, la speranza è che si riesca a mettere a punto nuove tecnologie robotiche in grado di esplorare e agire in ambienti estremamente pericolosi per l’uomo, senza mettere a rischio la salute dei lavoratori. Aprendo al tempo stesso nuovi campi di applicazioni per il mondo della robotica e dell’intelligenza artificiale e offrendo nuove e grandi opportunità alle industrie del settore.
Fonte della notizia sul gruppo "gruppo robotica news"
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